Privacy Policy “L’Insula dell’ARA COELI” – Ingresso Speciale | Romana Voli d'Arte

Venerdì 24 Maggio, ore 17,00 – in Piazza dell’Ara Coeli

Massimo 11 Partecipanti

Quota di partecipazione€ 17,00 comprensiva del biglietto di ingresso, visita e radiocuffie 

Per i possessori di MIC CARD la quota è di € 13,00 (comunicarlo al momento della prenotazione)

Termine Utlimo di prenotazione: fino ad esaurimento posti

La visita sarà condotta da Massimiliano Del Moro, storico dell’arte e guida turistica autorizzata

 

Tra i numerosi edifici scoperti alle pendici della collina, nel corso dell’isolamento del Campidoglio (1931 – 1942), il più notevole è certamente la grande insula (casa di abitazione a più piani) visibile ai piedi della scalinata dell’Aracoeli, tra questa ed il Vittoriano. Dell’edificio, che si appoggia alla roccia della collina, restano, oltre al pianterreno e al mezzanino, tre altri piani, e tracce di un quarto che non era forse l’ultimo. Il pianterreno è costituito da taberne che si aprono su un cortile, circondato da un portico a pilastri.

Le taberne, probabilmente utilizzate come botteghe, comunicavano direttamente con ambienti sovrastanti, costituenti il mezzanino, il cui pavimento, originariamente di legno, è ora scomparso.

Una balconata su mensole di travertino segna il trapasso agli appartamenti in affitto, costituiti da un grande numero di ambienti, illuminati da finestre rettangolari. Gli ambienti diventano sempre più angusti man mano che si sale ai piani superiori.

L’edificio, del II° secolo d.C., costituisce un tipico esempio dell’urbanistica intensiva che era propria di Roma nella piena età imperiale e che conosciamo assai bene ad Ostia. Si è calcolato che esso ospitasse, in condizioni non certo confortevoli, circa 380 inquilini: un vero e proprio dormitorio per poveri, che ci conferma le lamentele degli scrittori latini contemporanei (ad esempio Marziale e Giovenale) e in particolare la destinazione dei piani superiori ai meno abbienti. Si ricorderanno infatti i ‘duecento scalini’ (ducentas scalas) che Marziale doveva salire per raggiungere la sua abitazione, ed i continui pericoli di crolli e incendi cui accenna Giovenale.

 

 

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